Migranti, poveri e malati sono gli ambiti principali di intervento dei diaconi. Lo ha affermato il cardinale Francesco Montenegro, presidente di Caritas Italiana e arcivescovo di Agrigento, concludendo a Cefalù i lavori del Convegno Nazionale dei Diaconi – XXVI edizione. Montenegro ha parlato dell’opzione preferenziale per i poveri come di un dato acquisito per i 4400 diaconi permanenti che servono nelle parrocchie italiane. Una sfida – ha osservato – per “fare casa” e per essere “strumento di carità”. “L’altare non è il vostro traguardo, il vostro traguardo è il mondo”, ha scandito spiegando che “l’evangelizzazione non è solo annuncio ma è soprattutto rendere concreto l’annuncio”. Il “diacono si deve sporcare le mani” perché la diaconia, oggi, come ieri, guarda lontano e costruisce con speranza il Regno di Dio”. La diaconia dell’accoglienza è, pertanto, dimostrare fraternità e amicizia attraverso l’ascolto fatto con orecchi, mente, cuore e occhi. Il diacono deve sapersi stancare di amore”. Una indicazione e una pastorale specifica dell’accoglienza per rilanciare il ruolo dei diaconi nel mondo ed affrontare le nuove sfide che il mondo ci pone come quella della profezia dell’accoglienza. Accanto ai diaconi, le spose che sono “lo sfondo dell’amore”, “incrocio dell’ecclesiale e dell’ecclesiastico”, ha soggiunto l’arcivescovo di Agrigento rivolgendosi alle mogli dei diaconi anch’esse presenti al XXVI convegno Nazionale dei diaconi in Italia che hanno offerto singolari testimonianze e supporto, riconoscimento e stimolo alle vocazioni e ai temi sensibili della società attuale.
A conclusione dei lavori è stato annunciato che il prossimo appuntamento sarà a Vicenza, nel 2019 per affrontare nuove sfide con lo stile remoto del “servizio”. Una lettera di adesione del vescovo di Vicenza Beniamino Pizziol è stata letta dal presidente della Comunità del Diaconato in Italia Enzo Petrolino che, a margine delle intense giornate di formazione e di confronto in Sicilia dal 2 al 5 agosto scorsi – Altavilla Milicia, diocesi di Cefalù (PA)- ha sintetizzato i contenuti tematici assegnati ai relatori e ha rilanciato l’impegno sociale e di servizio del diacono in continuità ed in preparazione al prossimo incontro di Vicenza. Una rete, quella dei diaconi, di “servizio”, di evangelizzazione e di umanità nel contesto socio religioso contemporaneo. Una rete che fa rete anche in questa era dei media e new media dove l’attenzione mediatica è determinante per favorire conoscenza e socializzazione, a difesa del servizio e della missione diaconale. Centrale, infatti, è il ruolo dei media per creare “rete” e stimolare la collettività attorno alla figura del diacono, ministro del rinnovamento e catalizzatore per la società fluida e frammentata che vive la crisi valoriale.
Prima del convegno nella diocesi siciliana di Cefalù, il presidente Petrolino aveva scritto una lettera al Santo Padre nella quale aveva indicato i due impegni del diaconato in uscita, frutto dell’incontro sul tema dell’accoglienza: “raccogliere fondi per l’acquisto di Bibbie in inglese e francese nella edizione interconfessionale da distribuire ai migranti cristiani, appartenenti alle diverse Chiese che continuamente capitano nella parrocchia di Lampedusa e da mettere a disposizione dei rifugiati che sbarcano in Italia; fare del prossimo 19 novembre – giornata che il Papa ha dedicato ai poveri – “un momento in cui proprio i diaconi si impegnino a lasciare che gli ultimi siano i protagonisti in ogni liturgia eucaristica”.Un impegno che concretizza ciò che è stato esposto dai relatori durante i lavori del convegno. Un atteggiamento che diventa metodo di lavoro nel servizio e nel cammino di fede che i diaconi stanno svolgendo assieme alle loro famiglie. Servizio e impegno sui cinque doni (incardinazione, amore sponsale, preghiera ufficiale della Chiesa, servizio ai poveri e agli immigrati, proclamazione della parola del Vangelo) che la Chiesa ha loro affidato e che necessita di essere verificato, rinnovato, qualificato. La formazione permanente, spirituale, pastorale e teologica, dunque, è stato l’elemento principale per affrontare le tematiche urgenti anche in relazione alle sfide che la Chiesa sta vivendo, facendo ricorso al capitolo III della Evangelii Gaudium di Papa Francesco. Il carattere biennale del convegno favorisce, alla realtà ecclesiale del diaconato in Italia, un cammino di “crescita e di maturazione nella fede” e consente di accrescere “l’attenzione spirituale” indicata al n°200 della Evangelii Gaudium che si traduce – come spesso indicato durante i lavori del convengo siciliano stimolando i 250 diaconi presenti – in preparazione e studio accompagnati dalle esperienze quotidiane “sul campo”.
Fonte : http://www.farodiroma.it/2017/08/10/montenegro-sprona-4400-diaconi-italiani-al-servizio-poveri-migranti-malati/