La comunità diaconale al servizio della Chiesa torinese
Il clima, più autunnale che primaverile, non ha scoraggiato la partecipazione dei Diaconi permanenti torinesi, dei cosiddetti “Aspiranti” (coloro che si stanno preparando per questo ministero) e delle loro mogli, sabato 18 maggio a Villa Lascaris a Pianezza, con l’Arcivescovo, a conclusione dell’anno pastorale: unico inconveniente, la tradizionale foto di gruppo è stata fatta al coperto, anziché nel giardino,…
Mons. Nosiglia ha fornito un organico e puntuale ritratto del “dover essere” del diacono permanente nella Diocesi: alla luce della lettura di alcuni passi degli Atti degli Apostoli e delle Lettere paoline ha indicato due sue fondamentali caratteristiche: fede e carità, che devono ispirare la loro vita, da uomini “ordinati”, ma “sociologicamente laici”, in quanto immersi nella vita quotidiana, ponte tra Chiesa e mondo.
Il loro operare deve avere due aspetti fondativi: la comunione e la missione. La comunione – ha continuato l’Arcivescovo- si sviluppa su tre livelli complementari: l’orientamento al primato di Dio, che è comunione tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo; la ministerialità di ogni battezzato, che è rivolta gratuitamente al servizio dell’utilità comune e il suo stretto collegamento con la missione, sia all’interno della Chiesa che all’ esterno, “perché il mondo creda”. La missione si può soprattutto esprimere negli ambiti quotidiani della vita, quali la pastorale sanitaria, il lavoro, la Caritas, … nel territorio dove si abita, per dare il segno di una presenza attiva, ciò può anche avvenire come “famiglie”, per portare la testimonianza di unità e di sintonia spirituale tipiche del matrimonio .
E’ seguito un pressante invito affinché cresca la consapevolezza di essere non dei “singoli diaconi”, a cui sono affidati vari compiti di servizio, ma di essere sempre più una “comunità diaconale”, che può ancora ulteriormente crescere nella sua comunione ed essere sempre più viva e collegata con i presbiteri, con i quali approfondire la condivisione ministeriale, e in stretto rapporto con i laici. Questa comunità può essere disponibile non solo per le singole parrocchie, ma anche per le Unità Pastorali, in modo da favorire una crescente sinodalità tra tutti, sempre in collegamento col Vescovo, del quale – anticamente- i diaconi erano i primi inviati.
L’invito ad avere, come esempio del pieno servizio, Maria, un fruttuoso dialogo ed un caloroso ringraziamento, per la presenza e per l’operato dei diaconi torinesi, hanno concluso l’incontro.
Stefano Passaggio
Registrazione dell’intevento del Vescovo Nosiglia alla seguente pagina (clicca qui)
030 – Intervento del Vescovo Nosiglia al ritiro di fine anno diaconale (pdf)