L’inizio del nuovo anno pastorale dei diaconi torinesi
Nel sempre suggestivo scenario della chiesa guariniana di san Lorenzo, in piazza Castello, anche quest’anno, domenica 24 settembre, buona parte dei circa centocinquanta diaconi torinesi si sono ritrovati con l’Arcivescovo per iniziare il nuovo anno pastorale.
Nell’omelia mons. Nosiglia, commentando la lettura domenicale dei cosiddetti “operai dell’ultima ora”, ha ricordato che l’amore di Dio supera anche la giustizia umana, come nel caso del buon ladrone: un affetto per ciascuno di noi, particolare ed esclusivo, che – talvolta- può essere di difficile comprensione per chi non confida pienamente nella Sua misericordia, ma che è di conforto e di assistenza per tutti noi.
Successivamente, dopo aver espresso il suo apprezzamento per l’attività dei diaconi in diocesi, ha poi indicato tre auspici che nutre per il loro ministero. Innanzitutto che questi siano promotori di unità, di comunione e di pace, prima all’interno della comunità ecclesiale e poi anche nella società civile. In un mondo che rischia di essere sempre posto a di fronte a continue contrapposizioni, come tra quelle tra giovani ed anziani, associazioni diverse in competizione tra loro, gruppi vari,… i diaconi possono adoperarsi per l’unità, in comunione con la Diocesi, e in particolare col loro vescovo, con la stessa attenzione con la quale si raduna domenicalmente il popolo di Dio intorno all’ Eucaristia, al di là dei campanilismi e dei particolarismi che rischiano di offuscare l’armonia ecclesiale. Poi, i diaconi permanenti, normalmente, vivono in una famiglia, quindi hanno l’opportunità di contribuire all’estensione del clima familiare all’intera chiesa: il tema dei prossimi incontri del Vescovo con le Unità Pastorali sarà l’approfondimento dell’ “Amoris laetitia”, in questo contesto potranno dare il loro prezioso contributo esperienziale. Infine, i diaconi sono chiamati al servizio dei poveri, come Stefano e Lorenzo: poveri non solo materiali, da assistere con mense e ricoveri, ma anche povertà moderne, solitudini e disagi, questo nella continuità dei tanti Santi “sociali” che hanno servito la Chiesa torinese.
All’interno della Messa si è anche svolto il rito delle “Ammissioni”. Tre nuovi candidati al Diaconato permanente, dopo un cammino iniziale durato due anni, con l’indispensabile consenso delle loro mogli, hanno chiesto (ed ottenuto) di essere “ammessi” alla parte triennale, conclusiva della loro preparazione. Il tutto non a caso è accaduto nella basilica di san Lorenzo, diacono spagnolo, martire della Chiesa di Roma e santo patrono dei diaconi, come il Vescovo ci ha ricordato all’inizio della Messa.
Stefano Passaggio